sabato 8 novembre 2014

La trasferta - Verso il Giovanni Zini, Cremona

La leggenda narra che la città fu fondata da Ercole di rientro dalla fatica iberica dei pomi delle Esperidi e che il torione nacque per le nozze che unirono Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza nel 1441, imitando nelle fattezze quel campanile storico.
A volte basterebbe appunto salire i 502 gradini del Torrazzo, il più alto campanile in muratura del mondo coi suoi 112 metri, per scordarsi dei secoli bui sotto il dominio di Austriaci e Spagnoli.

Il Gorilla, detective no global alter ego dell'autore (il cremonese Dazieri), afferma che a Cremona 'E' tutto a due passi dal Duomo', sorto dove le alluvioni del Po non potevano ferire, sui resti della fortificazione romana a difesa da Annibale (anche lui in viaggio dalla Spagna); il Duomo di stile romanico compone con Torrazzo e Battistero un insieme medioevale: particolare l'effigie di Giovanni Baldesio che vincendo il figlio dell'Imperatore Barbarossa in una sfida a bocce liberò i concittadini dall'onere delle tasse, fisicamente equivalenti ad una sfera aurea dal peso di cinque kili.

Giovanni Baldesio
Cremona tra politica e calcio: tra i suoi figli troviamo da una parte il socialista Bissolati ed il gerarca Farinacci, sorta di ras locale, dall'altra i giovani Cabrini e Vialli (invece Guarneri, stopper gentiluomo, vi scese in D dopo essere vinto tutto nella Grande Inter), mondi che hanno trovato recente sintesi nell'elezione a borgomastro dell'allenatore della canoa azzurra Perri.

Cremona città delle arti: il federale Tognazzi era operaio alla Negroni (fondata poco dopo la Cremo), cui aggiunse la stella che voleva dire qualità, Tognazzi che reputava moglie il Milan e amante la Cremonese guidata dal coscritto e compagno di varietà Luzzara.

Tognazzi e Luzzara
Non un cammino spedito sinora allo Zini, portiere grigiorosso casuto nella friulana Cividale un secolo fa: vittorie di misura su SudTirol e Unione Venezia, molto dipende dalla vena di Brighenti.

Chissà se nell'aria dell'autunno risuonerà uno Stradivari (anche Amati e Guarneri furono validi liutai): seicento oggetti che celano da tre secoli il segreto di una magia (un legno più denso, una vernice con ceneri vulcaniche, più cristalli minerali, il borace a conservare?) e che valgono milioni di euro.
Non a caso appartengono a fondazioni o collezionisti reali.

Le note di Stradivari, graffiate dalla figlia dell'industriale chimico Giacomo Mazzini, chissà

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