giovedì 9 ottobre 2014

Memorie dell'Agorà - Il Venezia di Valentino Mazzola

Il Leone di San Marco è il simbolo che accompagna la secolare storia lagunare, leone che fiero campeggiava, latore dei fasti della Serenissima, sulle anonime divise bianche o gialle durante la permanenza ('87-'91) al Baracca di Mestre.
Terraferma, ma stadio intitolato ad un'aviatore, comunque.
Penzo è difatti il soccorritore aereo dell'equipaggio di Nobile in spedizione scientifica al Polo Nord: lo stadio sull'isola di Sant'Elena, il secondo più antico dello Stivale, gli è dedicato dal '28.

Già, il primo dei recenti smottamenti ('05 e '09: fallimento e retrocessione per irregolarità finanziarie con l'Unione che riparte dai Dilettanti) tinge di arancio il neroverde che comunque non è il rossoblu natale della squadra nata da Palestra Marziale e Costantino Reyer; invece per il quadriennio che inaugura il Girone Unico la Società Sportiva Serenissima adotta il rosso Venezia del gonfalone cittadino.
Zamparini diventato proprietario di Venezia e Mestre, ambedue in Serie C2, li unisce cedendo il titolo sportivo mestrino al Palermo che riparte così da quella categoria; per i veneziani doc è una ferita simboleggiata dal Calcio Venezia che sgambetta al Penzo nonostante l'immediata risalita in Serie C1 della creatura affidata a G.B.Fabbri.Oltremodo il padre-padrone friulano, divenuto stagioni dopo proprietario dei rosanero, saccheggia fisicamente il ritiro neroverde di Pergine a vantaggio siciliano, lasciano una situazione deficitaria al luogotenente Dal Cin.
'Venezia è un imbroglio che riempie la testa di fatalità', sarà per questo che Korablin il russo ha tentato l'avventura italiana nel '11: dopo la vittoria dei Dilettanti nel '12, sfuggita sul rettileneo finale contro Union Quinto e SandonàJesolo i due anni precedenti, l'anno dopo la staffetta Zanin-Sottili e un Monza formato Tafazzi regalano la C1 (18 reti Godeas e 11 D'Appolonia).
Ad Asta di un campionato vinto sul campo restano due parola: Portogruaro e Bocalon.
Ambizioni e sogni, progetti per altre categorie (precorrendo il buon Armstrong) quali l'acquisto di terreni per il nuovo stadio a Tessera: non a caso i veneti sono la squadra nobile del girone, essendo stato ripescato il Vicenza, con tredici Serie A (ultima nel '01-'02) e la Coppa nazionale del '41 (dopo la tripletta rimontata al fornaretto Amadei, il fiumano Loik è risolutore nel replay a Sant'Elena), un terzo posto l'anno dopo sempre a confronto colla Lupa.Il biennio delle mezzeali Loik-Mazzola poi cedute al Grande Torino (Aldo Ballarin terzo neroverde del gruppo) è il circoletto rosso della locale storia pallonara; Valentino viene notato durante le sue esibizioni in una selezione militare, passando il provino a piè scalzi.
Al '38-'39 risaliva la prima promozione nella massima serie, in virtù di un migliore quoziente reti rispetto all'Atalanta, mentre in un altro calcio ('12) i lagunari erano approdati alla finale nazionale, subendo due batoste dalla Pro Vercelli: 6 a 0 in Veneto e 7 a 0 in Piemonte.

Altre promozioni festeggiate nel '49 (leader il venexiano Renosto), nel '61 (nella successiva Serie A un 2 a 1 sul Milan poi tricolore davanti a 25mila spettatori, un anno dopo primo caso nazionale di responsabilità oggettiva sempre coi rossoneri: la bottiglietta su Trebbi impone la sconfitta a tavolino) e nel '66 (allenato da Segato), prima del precipizio dei Dilettanti ('76-'77) e dell'Interregionale ('81-'82: la classifica avulsa dice Avezzano).

Bocalon l'indigeno
Neroverdi e coccardati
Dei tecnici transitati in Laguna da ricordare Foni (due volte tricolore in nerazzurro), Zaccheroni (regala la B dopo uno spareggio col Como) e in un lustro Novellino-(promozione in Serie A e decimo posto firmato da Recoba e Maniero)-Spalletti (retrocessione, Bilica para un rigore a Shevchenko)-Prandelli (retrocessione che segna l'ultima panchina di Magni, in coppia con Iachini); dei giocatori di questi anni altalenanti Luppi, Poggi, Valtolina e Collauto, Doge che accompagna la squadra della propria città dalla Serie B alla Serie D con oltre duecento presenze.

Una filastrocca di Piazza San Marco recita: Fioravanti, Piazza, Di Gennaro, Tortora (capitano), Puppo (145 presenze in Serie A in neroverde, primato), Stefanini, Alberti, Loik, Diotalevi, Mazzola, Alberico..

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