venerdì 11 luglio 2014

Sudafrica 2010

Sudafrica 2010 (11 giugno – 11 luglio) - Campione: Spagna
Formazione della finale: Casillas (c) Sergio Ramos Piqué Puyol Capdevila Busquets Xabi Alonso (Fàbregas) Xavi Pedro (Jesùs Navas) Iniesta Villa (Torres) – All.Del Bosque
Marcatori della finale: Iniesta (S)
Percorso dei vincitori: Spagna-Svizzera 0-1 Spagna-Honduras 2-0 Spagna-Cile 2-1; Spagna-Portogallo 1-0; Spagna-Paraguay 1-0; Spagna-Germania 1-0; Spagna-Paesi Bassi 1-0
Piazzamenti: 2.Paesi Bassi, 3.Germania, 4.Uruguay
Partecipanti: 32 squadre
Capocannoniere: Forlàn-Muller-Sneijder-Villa (5 reti)
Media reti: 2,27 a partita

Prima manifestazione iridata nel continente nero, prima affermazione di un'europea al di fuori dello stretto di Gibilterra; chiusi i debiti risalenti al Trattato di Versailles la Germania occupa sempre più spazio politico nell'area della moneta unica europea.
Obama propone una nuova speranza americana, mentre un terremoto ferisce Haiti.
Zakumi
Il Kosovo è indipendente (giusto adesso disputa le prime amichevoli senza inno, nè simbolo, in attesa del riconoscimento calcistico e curiosamente la prima è stata contro Haiti).

La Nazionale, riaffidata per la difesa del titolo al Paul Newman viareggino dopo un buon Europeo da parte di Donadoni (sottostimato dagli addetti ai lavori, a parte gli scivoloni 'confederali', nei tre tornei principali la Roja saprà difatti solo vincere, senza subire reti nelle gare ad eliminazione diretta), esce al primo turno, ultima in un girone dal modesto equilibrio (vince il Paraguay a quota cinque): in particolare il pareggio cogli All Blacks e la sconfitta colla Slovacchia (unica debuttant
e) raccontano la modestia dei Campioni in carica, che non vanno mai in vantaggio e che perdono l'occasione di passare col terzo pareggio.

Maradona
La sorpresa iniziale è completa coll'eliminazione, senza vittorie, della Francia sconfitta a Berlino: passano il Messico e l'Uruguay.
Gara inaugurale con pareggio 1 a 1 tra Sudafrica e Messico neppure i padroni di casa superano il girone di qualificazione, cosa mai accaduta.Il Mondiale 'scippato' quattro anni prima dalla Germania (si ventila la corruzione per l'assegnazione del torneo precedente), per quanto riguarda il Sudafrica, sarà ricordato per le vuvuzelas e per il giro di campo, ultimo saluto in pubblico dopo la finale di Johannesburg, di Madiba Mandela.

Gli unici a fare filotto iniziale sono l'Argentina di Maradona (tripletta di Higuaìn alla Corea del Sud) ed i Paesi Bassi di Van Marwijk: curiosamente hanno legami di parentela acquisita con loro giocatori di primo piano, il Kun Aguero e Van Bommel.
Il Giappone di Honda (3 a 1 alla Danimarca) passa sul Camerun del longevo goleador Eto'o; il pari senza reti tra Brasile e Portogallo qualifica entrambe le Nazionali, in un girone dove i lusitani dilagano 7 a 0 sulla Corea del Nord; gli Usa si mettono alle spalle gli eredi dei 'loro' Padri Pellegrini grazie all'1 a 1 nello scontro diretto.

Casillas a partire dagli ottavi non subirà reti (solo due nell'intera manifestazione iridata, come fece Buffon): quattro vittorie di misura (Villa,Villa, Puyol ed Iniesta), la più importante grazie a Don Andrés, che evita le lunghe leve di Stekelenburg ed un altro finale di finale ai rigori, dopo un paio di nitide occasioni olandesi.

Iniesta
Incredibilmente il Pallone d'Oro non sarà di un cadetto del Marchese di Salamanca (onoreficenza viene assegnata a Del Bosque, aria da bidello e grande gestione di un gruppo in perenne equilibrio tra le due potenze di Spagna), e nemmeno del Falco di Utrecht Sneijder, stella dei Paesi Bassi e protagonista di una stagione da Triplete.
Nel quarto di finale il portiere madrilista respinge il rigore di Cardozo (l'Albiroja del Tata Martino si era esercitata coi nipponici negli ottavi), in semifinale Puyol di testa batte la Germania del solito Klose e degli emergenti Muller ed Ozil a Durban.

Il torneo spagnolo era cominciato colla sconfitta ad opera degli elvetici di Hitzfeld, poi non qualificatisi, a vantaggio del Cile, per non avere sconfitto l'Honduras.
Un intero continente (altre africane fuori nei gironi) sospinge il Ghana (nel girone inedita sfida iridata tra fratelli, i Boateng, e serbi che non passano nonostante sconfiggano i tedeschi): Asamoah Gyan (tre reti, Udinese e Modena) sbaglia il rigore nel finale dei supplementari (il Pistolero Suarez istintivamente preferisce evitare la rete ghanese, venendo espulso) e la vittoria dagli undici metri arride ai sudamericani del Maestro Tabarez (Cagliari e Milan).

L'errore decisivo è di Adiyah (migliore giocatore della pari manifestazione giovanile dove le Black Stars si impongono ai rigori sul Brasile), sugli scudi il laziale Muslera e lo spirito di sacrificio del terzetto di attacco Forlàn (padre presente nell'ultima semifinale iridata della Celeste quaranta anni prima)-Suarez-Cavani.
Gli africani avevano eliminato negli ottavi ai supplementari gli Usa.
Maradona fallisce l'appuntamento colla storia impersonificata da Zagallo e da Beckenbauer: la Germania domina la sfida di Città del Capo, dopo avere negli ottavi domato colla doppietta di Muller, anche per un errore arbitrale, la rimonta di Lampard e Capello.

Quattro sudamericane ai quarti di finale, tutte e cinque qualificate ai gironi, ma è finale tutta europea, tra due new entry (non accadeva da Argentina-Paesi Bassi).
Si rompe dunque l'alternanza (esclusi i bis di Meazza e di Garrincha) tra vincitore europeo e vincitore sudamericano.
I Paesi Bassi avanzano grazie alle reti di Sneijder al Brasile di Elano, Luìs Fabiano e Robinho a Port Elizabeth: l'espulsione di Melo (Fiorentina e Juventus) spiana la rimonta degli orange che superano grazie a Robben l'Uruguay 3 a 2.
Quattordici ammoniti, equilibrio nell'atto finale: ma sul Mondiale cala il sipario secondo la previsione del polpo Paul.

Curiosità - terza finale e terza sconfitta dei Paesi Bassi (due su due per cecoslovacchi e magiari); come in Asia, presenti le sette vincitrici iridate (nella terra del samba Fuleco ne accoglierà otto); la sola Nazionale imbattuta è la Nuova Zelanda, fuori con tre pareggi.

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