lunedì 30 giugno 2014

Torna il "classico" Monza vs Milan: prezzi popolari per gli abbonati.

Sarà di prestigio la prima uscita ufficiale della squadra di Mister Pea. Il 20 luglio allo Stadio Brianteo (inizio ore 18,00) affronterà in amichevole nientemeno che il Milan. Per i rossoneri del nuovo allenatore Pippo Inzaghi la partita con il Monza sarà a sua volta il primo test stagionale. L'appuntamento per tutti gli appassionati biancorossi è per DOMENICA 20 LUGLIO al Brianteo alle ore 18 !! L'ingresso costerà 10 € per la Curva e 15 € per la Tribuna ma gli ABBONATI potranno usufruire di un PREZZO SPECIALE di 5 € !! A breve si conosceranno le modalita' di acquisto e dove poter comprare i biglietti

da MBnews

giovedì 26 giugno 2014

Usa 1994

Usa 1994 (17 giugno-17 luglio) – Campione: Brasile
Formazione della finale: Taffarel Jorginho (Cafu) Aldair Mauro Silva Branco Dunga (c) Màrcio Santos Mazinho Zinho (Viola) Romàrio Bebeto – All.Parreira
Marcatori della finale: 0-0
Percorso dei vincitori: Brasile-Russia 2-0 Brasile-Camerun 3-0 Brasile-Svezia 1-1; Brasile-Usa 1-0; Brasile-Paesi Bassi 3-2; Brasile-Svezia 1-0; Brasile-Italia 3-2 (rigori)
Piazzamenti: 2.Italia, 3.Svezia, 4.Bulgaria
Partecipanti: 24 squadre
Capocannoniere: Salenko e Stoichkov (6 reti)
Media reti: 2,71 a partita

Il cane Striker accompagna tifosi e qualificate alla scoperta dell'America per la prima manifestazione iridata che assegna i tre punti per vittoria e che punisce col cartellino rosso il fallo da ultimo uomo; le regole continueranno ad essere modificate alla ricerca di un calcio più offensivo e vendibile a spettatori e televisioni.I movimenti degli allenatori sono confinati entro un'area tecnica ed i direttori di gara indossano divise colorate.
Striker

La frammentazione dell'Urss limita il potenziale tecnico della Russia, ma mette in campo altre Nazionali di discreto livello; lo stesso accadrà (con squadre di livello medio migliore) poi colla Jugoslavia, causa guerra civile esclusa dalle qualificazioni, dove a sorpresa sono eliminate Francia ed Inghilterra, i galletti di Houllier e di Cantona ad opera della Bulgaria di Kostadinov e di Stoichkov, i leoni di Taylor e di Gazza Gascoigne ad opera dei Paesi Bassi di Bergkamp, colla storica rete di Gualtieri incassata dopo otto secondi a San Marino.
I Blues (già presenti Blanc, Desailly e Deschamps) si prenderanno la rivincita cogli interessi nella
manifestazione iridata parigina.
In Sudamerica l'Argentina soffre ed è costretta allo spareggio contro l'Australia, nonostante la continua vena realizzativa di Batistuta, stella viola; il Brasile perde la sua prima gara di qualificazione in Bolivia.

L'Italia ha in panchina Sacchi, il Profeta di Fusignano che, dopo la gavetta dei settori giovanili e delle serie inferiori, è approdato al Milan di Berlusconi (giusto in quell'anno diventato politico): dopo un inizio difficile coglie uno scudetto inatteso grazie alla difesa, per poi primeggiare, a livello di Club, sull'intera cartina euromondiale.
Baggio e Taffarel

Milla e Salenko


















 Un calcio esteticamente piacevole, fatto di intensità, movimenti imparati a memoria (il mister è così martello sul piano dell'applicazione da non venire alla lunga più seguito da giocatori tatticamente vessati e da cadere vittima di se stesso sul piano nervoso sul finire di carriera) e soprattutto di una mentalità offensiva che stravolge in meglio il pensiero tutto italiano della difesa per il pari fuori casa.
Il problema è che lo stesso Sacchi considera altrettanto importanti per la riuscita di un progetto sferico la fortuna e la pazienza: in Nazionale, cui approda con un lauto stipendio dopo la mancata qualificazione del corregionale Vicini all'Europeo di Svezia, la costruzione della squadra non può avere ritmi quotidiani e la lotteria dei rigori non lo premierà, anche se c'è da ammettere che le attese di gioco gradevole e propositivo si vedono solo a sprazzi.
La differenza in meglio la fanno le qualità individuali e gli azzurri del Mondiale le trovano in R.Baggio, Pallone d'Oro dalle doti tecniche sopraffine, la cui carriera è costellata da infortuni ed incomprensioni caratteriali e tattiche cogli allenatori, Baresi, in campo per un'egregia finale a breve distanza dall'operazione al menisco, e P.Maldini, loro sì, per l'intera carriera, a livelli 'olandesi'.

La Germania regola 1 a 0 la Bolivia nella gara inaugurale e nessuna Nazionale fa filotto.
Argentina, Belgio ed Italia passano nel gruppo delle migliori terze; in particolare gli azzurri si imbattono in un girone tiratissimo: sconfitta al debutto di New York dagli irlandesi, l'Italia risorge in dieci (per sostituire con Marchegiani l'espulso Pagliuca viene tolto proprio il Codino che difatti si domanda in mondovisione se il suo allenatore abbia scelto la migliore opzione) e deve aspettare i risultati degli altri gironi per dirsi qualificata.
I russi eliminati, per sua fortuna, dilagano sul Camerun.

Brillano la Romania di Hagi e l'Arabia Saudita di Owairan, inseguito senza successo dai belgi per settanta metri, le Aquile nigeriane (Amunike e Yekini su tutte) e la Svezia di Andersson e di Brolin, con in porta il veterano T.Ravelli, in grado di tenere testa al Brasile che Parreira ha impostato con un gioco raccolto in funzione dei nanerottoli d'attacco: Bebeto (sua una delle prime esultanze 'televisive', collettivo gesto della culla) e Romàrio, istintiva e mortifera stella del Barcellona.
Il fantasista Raì, fratello di Sòcrates, scivola lungo il cammino in panchina.
Si fa strada anche la Spagna, due anni prima oro olimpico, di Hierro e di Guardiola, affidata da Clemente in attacco a Caminero e Julio Salinas: netto 3 a 0 negli ottavi alla solida Svizzera di Hodgson, futuro interista.
I tedeschi avanzano sul Belgio colle reti di Klinsmann e di Voller, anche i rumeni (eliminati poi dagli svedesi ai rigori) con un 3 a 2 si impongono sull'Argentina priva di Maradona, trovato positivo all'antidoping per efedrina.

La sicura stella del torneo, la cui presenza è stata sollecitata dai vertici della Fifa come elemento di traino per il Mondiale in un Paese dove il soccer non ha mai attecchito appieno, non può proseguire il suo cammino, così la rete a chiudere il poker inaugurale ai debuttanti ellenici a suo modo è il canto del cigno del napoletano di Vila Fiorita.
La sua presenza avrebbe probabilmente portato la sua Nazionale più avanti; forse le sue abituali sparate contro le baronie pallonare, stavolta a difesa dei colleghi costretti a giocare in condizioni non ideali, gli tolgono una 'copertura' per quanto riguarda le sostanze assunte per dimagrire.

Il Mondiale procede col freno a mano inserito, le partite si disputano ad orari che non consentono un adeguato recupero fisico a causa dell'umidità, specie sulla costa orientale.
Se le regole di gioco pensavano di favorire le reti e lo spettacolo (che, a ben vedere, non necessariamente collimano), le regole televisive (a vantaggio del pubblico europeo) fanno da antidoto.

Saltano anche i nervi: Leonardo espulso per gomitata a Ramos nell'ottavo cogli Usa (decide Bebeto), Zola termina i pochi minuti del suo torneo con un fallo di reazione (l'Italia rimonta grazie alla doppietta di R.Baggio la Nigeria), Tassotti rifila una gomitata a Luis Enrique nel quarto vinto 2 a 1 sugli iberici sempre a Boston.
Ai quarti il Brasile e sette europee: la sola sudamericana prevarrà, onorando la memoria di Senna; Branco su punizione (la sua specialità) chiude 3 a 2 la bella sfida di Dallas coi Paesi Bassi, in semifinale solo al termine dell'incontro Romàrio stende con un colpo di testa la Svezia in dieci.
Il Mondiale è vinto dagli 'scarti' del campionato italiano (Branco, Dunga, Màrcio Santos, Mazinho e Taffarel sono conoscenze del campionato italiano, ma non in formazioni con obiettivi di vertice) sull'Italia che voleva giocare offensivo, ma che non schiera nella finale di Pasadena alcuna vera punta, a detta di Bearzot.

Curiosità - Ronaldo è la promessa del Cruzeiro, destinato ad infiammare l'Europa e le rassegne iridate successive: nemmeno un minuto in campo, nonostante le aspettative dei tifosi; prima finale ai rigori (Berlino rimetterà in parità il bilancio degli azzurri); nel 6 a 1 della Russia sul Camerun Milla realizza la rete più 'longeva' dei Mondiali e Salenko una cinquina: nessuno vi era riuscito.

da Il Cittadino


mercoledì 25 giugno 2014

Intervista a Danilo da Latina: "Vecchi ricordi per future speranze"



1-      Alcuni tifosi biancorossi pensano tu sia "laziale" cominciamo a fare chiarezza sulle tue origini?
Smentiamo subito la mia presunta origine laziale. Il 26 agosto 1951 nasco a Monza in Via Manzoni angolo Via Cortelonga per venire poi battezzato in Duomo, penso non serva altro da aggiungere alla mia monzesità.

2-      Come hai fatto ad appassionarti al Calcio Monza nonostante la vicinanza agli squadroni a strisce?
La mia prima partita vista al Sada è datata 1961, mi ci portò mio Padre avevo 10 anni, fu un Monza Napoli (altri tempi altre categorie) perdemmo per 0 a 1. In quella occasione schioccò la scintilla biancorossa che ancora inalterata mi accompagna da tutta una vita. Il mio primo abbonamento regalatomi da mio Padre fu una tessera di tribuna laterale ridotta, per passare poi a frequentare negli anni successivi la gradinata centrale. La mia prima vera trasferta fu Arezzo Monza del 1968 (mi pare) con Radice nel ruolo di allenatore giocatore.

 
3-      In tutti questi anni qualè il personaggio del mondo biancorosso al quale ti senti più legato?
Nella mia lunga militanza nel mondo biancorosso mi ricordo con tanto affetto il presidente Cappelletti, come allenatore Guido Mazzetti veramente un grande uomo, come giocatore la potenza esplosiva di Gigi Casiraghi.

4-      Quale è l'episodio che ti ricordi con più gioia e quello che invece ti da maggior dolore o rabbia?
Tanti sono gli avvenimenti che ricordo del mio Monza. La più bella gioia fu la vittoria a  Bergamo contro il como (volutamente in minuscolo) nello spareggio per serie B, ricordo ancor bene il gol di Maggioni.La più grande delusione mista ad incazzatura avvenne in quel  famoso Monza como, dove Agnolin invertì un fallo di mano in area, di fatto con quella porcata ci scippò la possibilità di andare in A.


5-      Veniamo all'attualità ...Cosa ne pensi di Armstrong e del nuovo corso voluto proprio dal Presidente?
Tornando ai nostri giorni ritengo Armstrong l’unica persona con il potenziale e volontà per portarci in serie A. Certo è un personaggio a modo suo, magari un po’ megalomane. Quello che mi piace in lui è la professionalità imprenditoriale, lavora per obiettivi e li vuole raggiungere, infine ha carattere non guarda in faccia nessuno andando avanti per la sua strada.

6-      l'anno scorso hai voluto la tessera del Monza Club di cui sei stato anche un finanziatore, quest'anno addirittura hai deciso di abbonarti nonostante i 700 Km. e oltre di distanza dal Brianteo... molto semplicemente perché?
Il mio abbonamento ?Un atto di fede, sono convinto che questo anno torneremo nella giusta serie che storicamente ci appartiene, certo non ci sarò sempre anche perché una mia trasferta al Brianteo costa non meno di 6 abbonamenti di curva. Prevedo per la prossima stagione una dura battaglia con mia moglie, si è già allarmata per l’abbonamento, comunque farò il possibile e anche oltre per esserci.L’auspicata promozione in B mi avvantaggerebbe, avrei la possibilità di vedere molte partite del Monza giocate negli stadi del centro sud, come è successo recentemente per la finale di coppa Italia giocata a Salerno dove ero presente.

Vuoi dire qualcosa ai tifosi biancorossi che dopo tanti anni sono tornati a sognare?

Infine un accorato appello ai tifosi giovani e non, restiamo vicini alla società sosteniamo la squadra, dai che questo è l’anno giusto !!!!!
La gente come noi non molla mai.
Un caro saluto a tutti e sempre forza vecchio cuore biancorosso.                     


Un arrivederci all'amico Danilo alla prossima sua apparizione al Brianteo per il nostro ormai consueto "terzo tempo" davanti ad un boccale di Guinness.


martedì 24 giugno 2014

Grande impegno del Monza Club Libertà per la campagna abbonamenti 2014/15

Il Monza club Libertà da appuntamento ai tifosi per abbonarsi al Monza... con il "porta un amico" e lo sconto "fansclub" i prezzi riservati ai soci sono i più conevenienti in assoluto. Dalla pagina facebook del club: "I VANTAGGI DEL MONZA CLUB: Con soli 5 €. per il rinnovo tessera o 10,00 € per la nuova sottoscrizione potrai godere di molteplici vantaggi, a cominciare da sconti particolari per l'abbonamento al Monza. Porta un amico: 100 € tribuna - 30,00 € curva (fino al 15 luglio). Sconto fansclub: 150,00 € tribuna - 70,00 € curva TUTTI I SOCI SONO INVITATI A CERCARE UN AMICO PER ABBONARSI INSIEME! Per i nuovi abbonati ci serve una copia della tessera del tifoso da sottoscrivere al Monzello e della carta d'identità per i dati anagrafici, penseremo noi ad andare al Monzello per la sottoscrizione e provvederemo alla consegna degli abbonamenti. Per il pagamento e la compilazione dei moduli necessari vi diamo i seguenti appuntamenti settimanali: Ogni mercoledì e giovedì sera dalle ore 21,00 e il sabato dalle 15,00 alle 17,00 presso il circolo di viale Libertà 33 - il venerdì dalle 17,00 alle 18,15 presso Monzello. Questo è solo il primo dei tanti vantaggi riservati ai nostri associati..."

da Il Giornale di Monza


lunedì 23 giugno 2014

Noi vogliamo questa Maglia!!!

Appello al neo sponsor tecnico Umbro e al Responsabile Marketing del Monza Brianza, i tifosi vogliono questa Maglia!!!


Il modello alla Umbro già esiste, è stato usato per la maglia della  nazionale Norvegese
( Grazie a TifosodaBG, utente del forum, per la segnalazione)



Parte la Campagna abbonamenti 2014/15

Dal 23 giugno al 30 settembre 2014 e’ possibile sottoscrivere l’abbonamento valido per il campionato di Lega PRO 2014/2015, ma abbonandosi entro il 15 luglio si ha diritto a particolari sconti e agevolazioni. Per abbonarsi occorre recarsi presso la segreteria del Centro Sportivo Monzello di via Ragazzi del ’99, nei seguenti orari: Lunedi’-Venerdi’ dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18,00 - Sabato dalle 10,00 alle 12,00. Questi i prezzi 2014/2015: TRIBUNA VIP PLUS € 350 Con Poltrona OMP Racing, accesso Area Hospitality, sala VIP con buffet, parcheggio interno TRIBUNA VIP € 230 TRIBUNA INTERO € 170 TRIBUNA RIDOTTO € 150 Invalidi / over 65 / iscritti Fans Club / ragazzi dai 13 ai 18 anni compiuti CURVA SUD INTERO € 90 CURVA SUD RIDOTTO € 70 Invalidi / over 65 / iscritti Fans Club / ragazzi dai 13 ai 18 anni compiuti BAMBINI (sotto i 12 anni) € 10 Sottoscrivendo l’abbonamento bambini non e’ piu’ necessario richiedere l’accredito ogni domenica prima della partita _________________________________________________________________________________ Il rilascio dell’abbonamento e’ subordinato al possesso della Tessera del Tifoso (Supporter Card). La Tessera del Tifoso e’ inoltre obbligatoria per l’acquisto dei biglietti per le partite trasferta o per le partite casalinghe in caso di limitazioni per motivi di ordine pubblico. La TDT e’ sottoscrivibile presso la segreteria del centro Sportivo Monzello al costo di € 10, presentando documento di identita’ e Codice Fiscale. __________________________________________________________________
 SCONTI E AGEVOLAZIONI VALIDE FINO AL 15 LUGLIO PORTA UN AMICO: se rinnovi il tuo abbonamento della scorsa stagione e porti un amico (nuovo abbonato) avete diritto entrambi al prezzo ‘congelato’ della stagione 2013/2014 PROMO GRUPPO: tutti i gruppi di nuovi abbonati (minimo 5 persone) hanno la possibilita’ di sottoscrivere labbonamento 2014/2015 con uno sconto speciale del 15% _________________________________________________________________________________ INFORMAZIONI UTILI La sottoscrizione dell’abbonamento da’ diritto al titolare di assistere, dal settore e dal posto indicato sullo stesso, alle partite casalinghe dell’ A.C. Monza Brianzadel campionato di Lega PRO 2014/2015, nel rispetto del calendario e delle sue variazioni. L’abbonamento e la Tessera del Tifososono gli unici documenti che unitamente legittimano l’esercizio del diritto. I rischi di perdita, distruzione o sottrazione sono a caricoesclusivo del titolare. Per ragioni di ordine fiscale e pubblico non potranno essere rilasciati duplicatio altri titoli equipollenti. Con la sottoscrizione del titolo di accesso allo stadio, effettuato unicamente nei punti vendita autorizzati dalla Societa’. Il titolare dichiara di aver preso visionee di rispettare tutti i puntidel regolamento di utilizzo dello Stadio Brianteo di Monza, disponibile nella apposita sezione del sito ufficiale www.acmonzabrianza.it Per maggiori informazioni: Centro Sportivo Monzello tel.0392020308 – info@acmonzabrianza.it

domenica 22 giugno 2014

Italia 1990

Italia 1990 (8 giugno-8 luglio) – Campione: Germania
Formazione della finale: Illgner Berthold (Reuter) Augenthaler Buchwald Kohler Brehme Hassler Matthaus (c) Littbarski Klinsmann Voller – All.Beckenbauer
Marcatori della finale: Brehme (G)
Percorso dei vincitori: Germania Ovest-Jugoslavia 4-1 Germania Ovest-Emirati Arabi Uniti 5-1 Germania Ovest-Colombia 1-1; Germania Ovest-Paesi Bassi 2-1; Germania Ovest-Cecoslovacchia 1-0; Germania Ovest-Inghilterra 4-3 (rigori); Germania Ovest-Argentina 1-0
Piazzamenti: 2.Argentina, 3.Italia, 4.Inghilterra
Partecipanti: 24 squadre
Capocannoniere: Schillaci (6 reti)
Media reti: 2,21 a partita

Per la seconda volta l'Italia organizza la manifestazione iridata: teatro delle notti magiche sono stadi ampliati, se non nuovi (Bari e Torino), spesso oggetto di inchieste che peraltro travolgeranno la Prima Repubblica negli anni a venire.

L'allampanata e rigida mascotte Ciao accoglie nel Paese dell'arte e del buon cibo le qualificate, cui mancano la Francia (eliminata da Jugoslavia e Scozia) e la Polonia (passano nel suo girone Inghilterra e Svezia); qualificazioni affannose per Germania Ovest ed Inghilterra, quest'ultima inviolata.

Ciao
Si attende una grande gioia, dopo il buon Europeo tedesco da parte della truppa di Vicini, vittima in semifinale dell'Urss, sulla strada dello scioglimento in virtù della politica di Gorbacev volta ad aprirsi al mondo occidentale con glasnost e perestrojka.
Siamo alla vigilia dell'invasione del Kuwait ad opera dell'Iraq, venti di guerra soffiano nel Golfo Persico.

A Milano inizia la favola del Camerun, 1 a 0 di Oman-Biyik (poi alla Samp) all'Argentina nella gara inaugurale, nonostante i Leoni Indomabili chiudano in doppia inferiorità numerica.Gli africani vivranno un Mondiale a ritmo di makossa, grazie alla loro stella Milla (già ritiratosi dalla Nazionale e richiamato dai vertici della politica locale): per lui due Palloni d'oro continentali e due Coppe d'Africa, una discreta e lunga carriera nel campionato francese e la convocazione italiana quando sgambetta nell'isola di Réunion.

I gironi vedono un'Italia sugli scudi: la squadra è cresciuta assieme dall'Under 21 ed è tanto solida dietro quanto inventiva in avanti.Il campionato italiano dell'epoca è affascinante e difficile, oltre che per le complicazioni tattiche abituali dovute al buon livello degli allenatori, per la presenza anche in formazioni medio-piccole di campioni stranieri, per non parlare della coppia Maradona-Careca nel Napoli, del trio tedesco Matthaus-Brehme-Klinsmann nell'Inter e di quello olandese Rijkaard-Gullit-Van Basten nel Milan.
Destano impressione i panzer tedeschi (4 a 1 ad una Jugoslavia imbottita di talenti giovani, poco prima di cadere vittima dei nazionalismi etnici); buoni i gironi della Spagna di Suarez (percorso parallelo a Vicini, i due protagonisti della finale continentale giovanile prima di essere protagonisti colla Nazionale maggiore) e del Brasile di Lazaroni (futuro viola), anche se meno spettacolare del solito.In questo girone sorprende la debuttante Costa Rica allenata dal giramondo slavo Milutinovic, vittoriosa su Scozia e Svezia.Faticano l'Inghilterra di Robson ed i Paesi Bassi di Beenhakker in un girone di estremo equilibrio (cinque pareggi), cogli inglesi, causa hooligans, confinati in Sardegna.
Esclusa la goleada dei cechi di Skuhravy sulla Costa Rica, tutte le partite ad eliminazione diretta si rivelano combattute ed alcune di estremo fascino per i valori tecnici o per la rivalità tra le squadre.
A Torino il Brasile centra due pali e controlla sul piano del gioco e delle occasioni la partita, ma l'Argentina lo colpisce nel finale coll'atalantino Caniggia, imbeccato da un marcatissimo Maradona; a Milano in una gara tesa e meno spettacolare rispetto ai presupposti (come fosse un vero derby meneghino), ricordata per lo sputo di Rijkaard a Voller, la Germania Ovest si impone su olandesi sottotono; a Verona la Spagna è battuta da due splendide giocate di Stojkovic e passa al supplementare di Bologna anche l'Inghilterra con una pregevole girata di Platt.

Milla
I quarti giocati a Napoli da un Camerun più che piacevole sono il nuovo confine del calcio africano: stavolta Milla (quattro reti totali) non riesce a sbloccare dalla panchina la situazione come aveva fatto contro la Colombia di un presuntuoso Higuita e del disciplinato tecnico Maturana, ma il 3 a 2 per i sudditi di Sua Maestà non fotografa esattamente quanto avvenuto in campo.A Firenze i rigori (nella serie sbagliano Stojkovic e Maradona) premiano Bilardo: l'infortunio di Pumpido ha rappresentato una carta vincente per i sudamericani, il cui numero dodici Goycochea rivelerà doti di pararigori.L'Italia gioca per l'ultima volta all'Olimpico e sempre il palermitano Schillaci offre i suoi occhi increduli all'esultanza dopo la rete ed alla trance agonistica: i verdi di J.Charlton, due anni prima approdati alla prima loro fase finale europea, sono comunque in partita, ben organizzati anche se un po' scolastici.
Schillaci

Le semifinali si risolvono ai rigori: come suggerisce Lineker (sua la decisiva doppietta di rigore col Camerun ed il momentaneo pareggio colla Germania Ovest a Torino), il calcio è quello sport dove alla fine vincono i tedeschi; invece a Napoli l'Italia è condannata dalla prima rete incassata nel torneo, non impeccabile l'uscita di Zenga su Caniggia.
Una brutta finale, quella che vede su un campo europeo protagonista una sudamericana dopo trentadue anni: fischi all'inno argentino e le prime espulsioni (Dezotti e Monzòn) in una finale iridata.
Decide nel finale un dubbio rigore trasformato da Brehme.
Le notti magiche restano però dentro.

Curiosità - Mauro Galvao è il libero che identifica la svolta tattica di Lazaroni, così epocale che sui tabellini distribuiti ai giornalisti accanto al nome viene scritto il ruolo; Maradona prima della semifinale a Napoli cerca il tifo partenopeo che un minimo si dividerà (dentro); Bora il giramondo guiderà cinque Nazionali ai Mondiali, a volte con risultati storici e passando comunque sempre agli ottavi (Messico, Costa Rica, Usa e Nigeria), eccezion fatta per l'ultima: la Cina.

da Il Giorno


sabato 21 giugno 2014

La maglia della rinascita

La nostra storia, quella migliore, quella fatta di vittorie e rispetto da parte di tutti è segnata dalla mitica maglia fine anni settanta, quella con la banda bianca, la Corona Ferrea e i numeri sulla spalla. Non a caso un marketing lungimirante l'ha ripresa in una bellisssima riedizione Adidas per il centenario. Ora a prescindere dalla marca produttrice ci uniamo all'appello di tutti i tifosi, non è un caso che questa maglia campeggia nella nostra copertina homepage, e chiediamo alla proprieta e alla dirigenza della società che la rinascita del Calcio Monza sia segnata dalla divisa che ha fatto la nostra storia e che dovrà fare il nostro futuro. Non si tratta solo di una questione d'immagine o scaramantica ma dei valori di attaccamento alla maglia, appunto, e alla città che hanno contraddistinto da sempre il tifo biancorosso.

giovedì 19 giugno 2014

Messico 1986

Messico 1986 (31 maggio-29 giugno) – All.Bilardo
Formazione della finale: Pumpido Brown Cuciuffo Ruggeri Batista Giusti Burruchaga Enrique Olarticoechea Maradona (c) Valdano (Trobbiani)
Marcatori della finale: Brown (A); Valdano (A) Rummenigge (G) Voller (G) Burruchaga (A)
Percorso dei vincitori: Argentina-Corea del Sud 3-1 Argentina-Italia 1-1 Argentina-Bulgaria 2-0; Argentina-Uruguay 1-0; Argentina-Inghilterra 2-1; Argentina-Belgio 2-0; Argentina-Germania Ovest 3-2
Piazzamenti: 2.Germania Ovest, 3.Francia, 4.Belgio
Partecipanti: 32 squadre
Capocannoniere: Lineker (6 reti)
Media reti: 2,54 a partita

La Colombia è costretta a rinunciare alla manifestazione iridata a causa della violenza scoppiata nel suo calcio, ancora più che per problematiche economiche; il Messico offre le sue strutture relativamente efficienti, visto la recente sua organizzazione iridata: un forte terremoto colpisce il Paese centramericano e solo l'aiuto della comunità internazionale permette la disputa del torneo.
Le condizioni ambientali sono ormai di minore peso, essendovi l'esperienza passata ed essendo la preparazione fisica sempre più in sinergia con quella alimentare e medica.
Pique
Pique fa gli onori di casa, dunque; le squadre dopo il girone di qualificazione si incrociano a partire dagli ottavi: la principale pecca è rappresentata, qualificandosi anche le migliori quattro terze, dalle trentasei partite necessarie per scremare solo otto Nazionali.

Aprono le danze Italia e Bulgaria: il Mondiale si comincia nel modo in cui si era terminato a Madrid, con Altobelli a bersaglio e Bearzot guidare dei suoi senatori, ma le cose non vanno affatto bene.
I segnali del mediocre debutto di Città del Messico erano stati anticipati da un negativo girone di qualificazione all'Europeo di Francia, cogli Azzurri eliminati dalla Romania di mastro Lucescu e costretti al pari anche nella trasferta cipriota.
Il campanello d'allarme non venne raccolto, poche forze fresche integrano i titolari spagnoli: la Francia, che oltre a Platini presenta un centrocampo completo (Fernandez, Giresse e Tigana), si impone con un facile 2 a 0.

I gironi, come prevedibile, non creano sorprese, ma mostrano belle rivelazioni: la debuttante Danimarca dello scaligero Elkjaer e di M.Laudrup (sarà il fratello a vincere l'Europeo, da ripescato) avanza a punteggio pieno (2 a 0 alla Germania Ovest e 6 a 1 all'Uruguay del Principe Francescoli); l'Urss del colonnello Lobanovski che fiammeggia un calcio veloce ed organizzato (il Calcio dl Duemila, dicono: Blochin la matura stella, Bjelanov Pallone d'Oro dell'annata, essendo i sudamericani fuori concorso, e Zavarov i suoi principali cavalieri) e che vince il suo girone (anche un 6 a 0 all'Ungheria) davanti la Francia Campione d'Europa del Roi Platini, finalizzatore prolifico e raffinato, oltre che triplice Pallone d'Oro in bianconero; il Marocco che si afferma (prima africana) in girone tutto europeo e molto equilibrato, anche grazie alla sola rete incassata.
Maradona
Tutto facile per il solito, spumeggiante Brasile che ha trovato in Careca il tassello offensivo mancante; in sordina la partenza del Belgio di Scifo e Ceulemans, che poi giungerà da ripescato al suo risultato migliore nella manifestazione iridata.

Maradona
Quando il gioco comincia a farsi duro le rivelazioni in genere rivelano i loro difetti, sia per l'inesperienza a certi livelli, sia per un inconscio senso di appagamento: la Danish Dynamite va in vantaggio colla Spagna che rimonta in scioltezza grazie al poker del Buitre, rapace opportunista dei sedici metri finali, l'Urss cede al Belgio 3 a 4, nonostante la tripletta di Bjelanov; gli uomini di Thys sono avvantaggiati da un paio di reti dubbie, ma sono coesi nella reazione da 1 a 2 a 4 a 2.
Faticano le future finaliste Germania Ovest col Marocco (Matthaus nel finale; nei quarti il Messico di Hugo Sanchez, Pichichi a ripetizione e virtuoso della rovesciata, li costringerà ai rigori) ed Argentina (il leccese Pasculli) coll'Uruguay, in una partita spigolosa diretta da Agnolin.

Il resto è storia del calcio: Maradona che vince praticamente da solo le sfide decisive, i 15 tocchi con cui semina lungo 60 metri di campo una mezza dozzina di avversari e con cui si fa 'perdonare' la Mano de Dios di pochi minuti prima, una sintesi di controllo, dribbling, lucidità (negli spogliatoi Diego rivela a Valdano di non avergli passato la palla per questione di spazio) e progressione.

Semifinali senza storia: la rivincita di Siviglia non ha un epilogo differente per i francesi e Maradona con un'altra doppietta di qualità porta i compagni in finale, dove con un lancio negli ultimi minuti manda in porta il veloce Burruchaga per il 3 a 2 decisivo: la Germania Ovest fino ad allora era riuscita a contenerne l'inventiva ed i guizzi, rimontando lo 0 a 2.

Curiosità – a Guadalajara tra regolamentari e rigori sbagliano dagli undici metri Zico, Sòcrates e Platini; nei quarti tre sfide su quattro sono decise proprio dal dischetto (una sola trasformazione dei padroni di casa contro i tedeschi); le Falkland, Isole britanniche al largo dell'Argentina, furono rivendicate pochi anni prima dai sudamericani, ne nacque una guerra ed il sentimento di reciproca ostilità.

mercoledì 18 giugno 2014

Ufficiale: Foglio firma per il Monza

Oggi alle ore 16,00 il forte centrocampista difensivo Valerio Foglio, già ex di Reggina,Albinoleffe e Vicenza,è atteso a Monzello per la firma del contratto che lo legherà per i prossimi 2 anni al Monza. Dopo Francesco Virdis un altro tassello importante per l'ambiziosa società presieduta dall'imprenditore anglo-basiliano Anthony Emery Armstrong, che punta senza misteri alla promozione in serie B.

martedì 17 giugno 2014

Colpo a centrocampo! Arriva Foglio?

Confermate da fonti giornalistiche le voci, che giravano ieri a Monzello, secondo le quali Valerio Foglio fosse a colloquio con la dirigenza del Monza. Foglio cresce calcisticamente nel vivaio dell'Atalanta. Il 24 giugno 2004 viene ceduto in comproprietà al Vicenza, in Serie B. Fa il suo debutto con i berici il 22 agosto 2004 in Pro Patria-Vicenza (1-2), valida per la seconda giornata della fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia, giocando titolare. Il 21 settembre 2004 esordisce in Serie B, subentrando al 46' al posto di Carlo Cherubini in Vicenza-Crotone (3-2).Chiude la stagione con 11 presenze. Il 27 giugno 2005 viene rinnovata la comproprietà tra le due società. I prestiti a Pisa, Pavia e Legnano Il 2 gennaio 2006 passa in prestito al Pisa, in Serie C1. Esordisce con i toscani il 15 gennaio seguente in Frosinone-pisa (4-0), giocando titolare. Chiude la stagione con 4 presenze. Al termine della stagione viene riscattatto alle buste dal Vicenza,che il 21 agosto 2006 lo cede in prestito al Pavia, in Serie C1. Esordisce con i lombardi il 3 settembre in Padova-Pavia (1-1).Segna la sua prima rete alla terza giornata nella trasferta disputata contro il Grosseto (2-2), realizzando il goal dell'iniziale vantaggio ospite.Si ripete alla sesta giornata in Pavia-Sassuolo (1-2).Chiude la stagione con 25 presenze e 2 reti. La stagione seguente viene ceduto in prestito al Legnano, in Serie C1.Chiude la stagione con 29 presenze e 5 reti. Rientrato a Vicenza, debutta con i berici il 17 agosto 2008 in Vicenza-Monza (3-0), valida per il secondo turno di Coppa Italia, giocando titolare.Esordisce in campionato il 30 agosto 2008 in Ascoli-Vicenza (1-0), giocando titolare e uscendo al 15' della ripresa al posto di Curiale.Chiude la stagione con 14 presenze.
Il 15 luglio 2009 passa in comproprietà all'Albinoleffe.Esordisce con i seriani il 9 agosto in SPAL-AlbinoLeffe (3-1), valida per il secondo turno di Coppa Italia, giocando titolare.Debutta in campionato il 21 agosto contro il Vicenza (2-2 il finale).Mette a segno la sua prima rete con la maglia seriana alla dodicesima giornata nella partita vinta 2-0 contro il Gallipoli.Chiude la stagione con 30 presenze e 4 reti in campionato, a cui se ne aggiunge una in Coppa Italia. Il 24 giugno 2010 la comproprietà viene risolta a favore della società lombarda.Rimane con i seriani anche per le due stagioni seguenti, di cui l'ultima terminata con la retrocessione in Lega Pro Prima Divisione. Il 30 agosto 2012 passa a titolo definitivo al Grosseto.Esordisce con i toscani il 9 settembre in Padova-Grosseto (1-1), subentrando nei minuti finali al posto di Davis Curiale.Segna la sua prima rete in maglia biancorossa il 25 settembre contro la Juve Stabia (2-2 il finale). Sua è la rete che sblocca l'incontro in favore dei toscani, che dopo aver ricevuto palla da Curiale, supera l'estremo difensore avversario con un tocco sotto misura. Conclude l'annata, terminata con la retrocessione dei toscani, con 23 presenze e una rete, non riuscendo ad esprimersi sui livelli delle stagioni precedenti,anche a causa dei continui cambi di modulo adottati dai biancorossi. Il 2 settembre 2013 firma un contratto biennale con la Reggina, in Serie B. Esordisce con gli amaranto da titolare l'8 settembre nell'incontro vinto 3-1 contro la Juve Stabia, rendendosi autore di una buona prestazione. Mette a segno la sua prima rete con i calabresi il 12 ottobre contro l'Empoli. Il 5 giugno 2014 rescinde il proprio contratto con gli amaranto.

Spagna 1982

Spagna 1982 (13 giugno-11 luglio) – Campione: Italia
Formazione della finale: Zoff Gentile Cabrini Bergomi Collovati Scirea Oriali Tardelli Rossi Conti Graziani (Altobelli; Causio) – All.Bearzot
Marcatori della finale: Rossi (I) Tardelli (I) Altobelli (I) Breitner (G)
Percorso dei vincitori: Italia-Polonia 0-0 Italia-Perù 1-1 Italia-Camerun 1-1; Italia-Argentina 2-1 Italia-Brasile 3-2; Italia-Polonia 2-0; Italia-Germania Ovest 3-1
Piazzamenti: 2.Germania Ovest, 3.Polonia, 4.Francia
Partecipanti: 24 squadre
Capocannoniere: Rossi (6 reti)
Media reti: 2,81 a partita

Il mondo vive momenti di tensione per gli attentati a Reagan e Wojtyla, lo sport piange a Zolder Villeneuve.
Naranijto è la mascotte del Mundial per eccellenza, quello che resta nei cuori degli appassionati tricolori e che prende il via in una Spagna che, terminata la sua transizione democratica, entra nella Nato; la formula amplia il numero delle finaliste, in particolare europee, ma è discutibile la struttura della seconda fase: quattro triangolari per qualificare le semifinaliste che saranno europee, fatto che verrà bissato in seguito nell'edizione tedesca.

Naranjito
Al via per la prima volta i cinque continenti e le sei confederazioni della Fifa (formalmente ventiquattro anni dopo l'Australia si qualificherà come oceanica e giocherà la fase finale da asiatica), debutti per Honduras, Kuwait, il cui sceicco entrerà in campo a contestare una rete transalpina (poi annullata) nel 4 a 1 del girone, e Nuova Zelanda, dopo uno spareggio contro la Cina.

Bearzot raccoglie i frutti della manifestazione iridata precedente, Pablito risorge dopo la squalifica di due anni legata al totonero: per levargli pressione, dacchè aveva ripreso l'attivita' agonistica giusto ad inizio maggio (a posteriori si potrebbe affermare che in quel pomeriggio al Friuli l'Italia inizia a vincere il suo Mondiale..), il Vecio non convoca bomber Pruzzo, ma l'innocuo Selvaggi, raccomandandogli bonariamente di non portare le scarpette, in quanto non avrebbe giocato.

A Vigo gli azzurri sono spenti, tre pareggi ed una differenza reti migliore consentono il passaggio del turno a discapito dei leoni camerunesi: la stampa monta quotidiane polemiche, la federazione non sa fare scudo, i tifosi approcciano il gironcino del Sarrià, secondo stadio di Barcellona, coll'umore del colore della divisa di capitan Zoff, incaricato di gestire quel che rimane del rapporto coi media.

La Germania Ovest a fatica passa assieme all'Austria: l'inattesa sconfitta al debutto coll'Algeria di Belloumi e Madjer costringe al successo nella gara conclusiva cogli austriaci già qualificati, partita giocata conoscendo il risultato algerino.
Vittoria col minimo scarto deve essere (Patto di Gijòn), vittoria col minimo scarto è.

L'Ungheria surclassa 10 a 1 El Salvador, tornato al Mondiale dopo dodici anni: è la seconda gara iridata con più marcature; lo stesso girone aveva aperto la manifestazione iridata col Belgio, sconfitto dalla Germania Ovest nella finale europea di Roma, abile ad imbrigliare l'Argentina, regolata dalla rete di Vandenbergh.
Se il Brasile rifila una quantità industriale di reti agli avversari, la Spagna padrona di casa disputa un girone mediocre: pareggio cogli honduregni e sconfitta contro i nordirlandesi di Whiteside, tuttora il più giovane giocatore ad avere disputato un Mondiale.

Francia e Polonia dominano il loro gironcino, i loro leader, Platini e Boniek, regaleranno in coppia successi ai bianconeri; la Germania Ovest è invece avvantaggiata dal comportamento sportivo delle Furie Rosse che, seppure eliminate, non cedono all'Inghilterra di Robson.

Arrivano le sfide catalane per gli azzurri, chiamati all'improbo compito di affrontare le due sudamericane rimaste in corsa.
Rossi dà segnali di risveglio sul piano della mobilità e dello scatto, le sue qualità migliori assieme all'opportunismo, ma sono Tardelli e Cabrini ad infilare Maradona e compagni, battuti più nettamente ancora dal Brasile che può dunque gestire il pareggio cogli azzurri.
I favoriti brasiliani sono privi di un finalizzatore della mole di gioco prodotta da Cerezo, Falcao, Socrates e Zico, tutti con esperienze nel campionato italiano; l'armadio Serginho puo' solo 'spizzare' per gli inserimenti da dietro.Il tecnico friulano imposta la partita sulla marcatura del 'libico' Gentile (buon francobollatore di Maradona, al suo primo Mondiale) su Zico e su come contenere Serginho stesso: o lo si anticipa (ruolo delegato a Collovati), o si rischia l'uno contro uno col talentuoso centrocampista che sale.

                                                                                                                                                                     Quel giorno entra nella storia Rossi, primo a realizzare una tripletta al Brasile.
Rossi e Falcao
Nota di merito per il baffuto diciottenne Zio Bergomi, subentrato a Collovati.
La pratica Polonia viene facilitata dalla squalifica di Boniek, mattatore nel gironcino del Camp Nou e dallo stato di grazia di Rossi: è finale colla Germania Ovest, protagonista di un'epica semifinale a Siviglia, dove la Francia si era portata sul 3 a 1 durante il primo supplementare.
Istantanee della lunga serata l'uscita scomposta di Scuhmacher su Battiston e la serie dei rigori.
Bearzot
Al Bernabéu il rigore calciato a lato dal Bell'Antonio per fallo su Bruno Conti da Nettuno, a detta di Pelè il migliore giocatore della manifestazione, fa temere un contraccolpo, ma la ripresa è solo azzurra: aveva ragione Bearzot a sostenere che la velocità non sarebbe stata pareggiata dalla potenza atletica.

Curiosità – Germania Ovest-Francia è la prima gara iridata decisa dalla lotteria dal dischetto; i brasiliani danno il nome di Rossi ad una malattia tropicale; lo scopone (coppie: Bearzot-Causio, Pertini-Zoff) sull'aereo di ritorno racconta al meglio l'affetto sincero che la gente ha provato verso quella Nazionale e quel Presidente.


lunedì 16 giugno 2014

Video: Francesco Virdis a Monzello per firmare il contratto con il Monza

M.C.L. : "Più impegno reale meno internet"

Il Monza Club chiede, in un momento particolare e forse fondamentale della storia biancorossa più impegno dai tifosi nella vita reale. Per noi del BLOG 1912 parla la nostra breve ma intensa storia, basti pensare che il nostro primo atto fu l'organizzazione della protesta civile contro la gestione Seedorf "Chi ama il Monza resta fuori" CLICCA QUI per leggere il comunicato e il volantino dato ai tifosi fuori dalla stadio. Dalla pagina facebook del Club: "Già ci sembrerebbe una forzatura scrivere che è tornato l'entusiasmo tra i tifosi se si fosse preso spunto dal Monza Club, al quale peraltro l'entusiasmo non è mai mancato, perchè c'è una larga parte della tifoseria, che fa riferimento alla curva Davide Pieri, ad oggi ancora molto scettica. Del tutto improponibile la generalizzazione nel caso di una pagina facebook, aprezzabile e seguita, ma formata di tifosi che vogliono mantenere l'anonimato e operativi si nella reltà ma solo in quella virtuale. Diamo a Cesare quel che è di Cesare...e riconduciamo il tifo nel suo ambito più veritiero quello dell'impegno settimanale per le partite, le trasferte e l'organizzazione di eventi aggregativi che formino una REALE comunità di tifosi. Se il tifo ed il tifoso monzese vuole crescere numericamente e qualitativamente lo potrà solo fare fornendo al bacino d'utenza dei ragazzini brianzoli non solo il luogo virtuale dove mettere un "mi piace" ma soprattutto delle strutture aggregative ed organizzate per fargli vivere al meglio lo stadio in casa come in trasferta e dandogli dei punti di riferimento sui quali poter contare nella vita quotidiana. Questa non vuol essere assolutamente una nota polemica ma solo un momento di riflessione per tutte le comunità facebook, blog e forum per passare dalla tastiera alla vita reale". M.C.L. il direttivo

Oggi firma Virdis... una storia emblematica

Non sarà l'omonimo Pietro Paolo ma Francesco Virdis è, per la lega pro, un colpo da novanta. L'attaccante sardo dopo un inizio di carriera promettentente aveva perso di smalto fino a finire in serie D in una squadra della sua terra. L'occasione per il riscatto gliela offre in suo conterraneo Ninni Corda, l'allenatore prende un Savona fallito, lo salva e l'anno dopo grazie proprio a Virdis capocannoniere di quello che fu il nostro girone centra una storica promozione in prima divisione. Il salto di categoria non spaventa i liguri, ma soprattutto non affievolisce la vena realizzativa del Bomber che si conferma un attaccante di razza anche nella vecchia C1, saranno in tutto 18 i gol relizzati di cui 3 ai play-off. Il resto è storia recente con una vera e propria asta che si scatena sul bomber sardo con l'interesse di squadre quali Spall, Salernitana ed Ascoli.
Virdis tiene duro, vorrebbe potersi confrontare in quella serie B, che si sente di meritare,dalla categoria superiore ci sono numerosi abboccamenti ma nessuna offerta concreta e dopo aver aspettato alcuni giorni una proposta dalla ipotetica nuova squadra del suo mentore Corda, Francesco rompe gli indugi e sceglie un po a soprpresa i biancorossi brianzoli, il contratto è importante, 3 anni a 90.000 € circa non è roba da poco, ma ciò che veramente lo convince è il progetto ambizioso del presidente Armstrong... La serie B la vuole conquistare prorpio con il nostro Monza.

venerdì 13 giugno 2014

Argentina 1978

Argentina 1978 (1-25 giugno) - Campione: Argentina
Formazione della finale: Fillol Olguìn Galvàn Passarella (c) Tarantini Gallego Ardiles (Larrosa) Kempes Bertoni Luque Ortiz (Houseman) – All.Menotti
Marcatori della finale: Kempes (A); Nanninga (P); Kempes (A) Bertoni (A)
Percorso dei vincitori: Argentina-Ungheria 2-1 Argentina-Francia 2-1 Argentina-Italia 0-1; Argentina-Polonia 2-0 Argentina-Brasile 0-0 Argentina-Perù 6-0; Argentina-Paese Bassi 2-1 (supplementare)
Piazzamenti: 2.Paesi Bassi, 3.Brasile, 4.Italia
Partecipanti: 16 squadre
Capocannoniere: Kempes (6 reti)
Media reti: 2,68 a partita

Il Mondiale desaparecido: la Junta militare di Varela piega il Paese, ma all'estero deve essere trasmessa l'immagine della folla felice per i risultati dell'Albiceleste, di certo non quella della folla che protesta dinanzi la Casa Rosada o Plaza del Mayo.

Gauchito
Confermata la formula del doppio girone all'italiana, tra le Nazionali assenti la Cecoslovacchia di Panenka (inventore del 'cucchiaio' dal dischetto) e del portiere Viktor, eliminata dalla Scozia, l'Urss, a vantaggio dell'Ungheria e l'Inghilterra, vittima della differenza reti e degli azzurri.
Gauchito così conduce le finaliste al Mondiale che si disputa nella pampa e nell'inverno dell'emisfero australe.

Nei gironi prima vittoria iridata di un'africana: Tunisia batte Messico 3 a 1; significativo anche il pareggio nordafricano coi tedeschi occidentali.

La Nazionale semina in vista del raccolto di Spagna; Rossi (reti a palate tra Lanerossi Vicenza e Perugia) comincia a vestire i panni del Pablito nazionale, forse i livelli di gioco sono, nel loro insieme, anche migliori.
Ottimo il girone tra Mar del Plata e la Capitale: vittorie convincenti contro la Francia, quando dopo 44 secondi dall'inizio del Mondiale una splendida azione corale finalizzata da Lacombe gela gli azzurri (Bearzot incassa applaudendo, il 'senso' della sconfitta è addestrare lo spirito a fare meglio per ribaltare lo svantaggio di una partita, o per affrontare in modo migliore un nuovo incontro), l'Ungheria e la Selecciòn (pregevole combinazione tra le punte con rete di Bettega).
Dopo la gara inaugurale terminata senza feriti né reti, Germania Ovest e Polonia passano il turno a braccetto; il Brasile di Coutinho passa solo grazie alla vittoria nell'ultima giornata contro l'Austria di Krankl e Schachner, a danno della Spagna di Asensi.
In un girone dall'equilibrio sorprendente lottano per il passaggio al secondo turno Perù, Paesi Bassi e Scozia; Cubillas trascina i compagni al primato ed in un girone molto sudamericano (Argentina e Brasile), mentre gli uomini di Happel scivolano in quello tutto europeo: nell'ultimo turno eliminatorio i britannici sfiorano l'impresa, forse non credendovi appieno.
La Tartan Army si trova avanti 3 a 1, grazie alle reti di Dalglish e Gemmill, ad una sola lunghezza dal rendere miracolosa quella partita, a Mendoza.

L'Italia procede nel suo cammino positivo, pur se in calo fisico, ma non riesce a battere nella gara decisiva i Paesi Bassi, già superiori nelle sfide di qualificazione all'Europeo jugoslavo: il vantaggio su autorete di Brandts è annullato nella ripresa dalle reti dalla distanza dello stesso Brandts e di Haan.

Il portiere Quiroga, nato a Rosario e naturalizzato peruviano, difende i pali andini con bravura e spavalderia, sino al proprio, paradossale, déjà vu: servono quattro reti di scarto per eliminare i brasiliani e la Marmelada Peruana è servita col 6 a 0 che regola Coutinho ad un podio da imbattuto.

La corrida finale diretta da Gonella ha la sua sliding door nel palo di Rensenbrink che chiude i tempi regolamentari: poi dilagano Kempes e Bertoni (Fiorentina, Napoli ed Udinese negli anni successivi).
Kempes
L'Argentina ha messo in campo i sogni, come chiede regolarmente el Flaco Menotti ai propri giocatori, ma il clima circostante prefigurava questo esito Mondiale che gli azzurri hanno vissuto arrivando da Anni di Piombo: a poche settimane prima difatti risale il ritrovamento del cadavere di Moro.

Quiroga





Curiosità - Cruijff si chiama fuori dal Mondiale argentino dopo un tentato rapimento e per una condizione fisica imperfetta (non per un gesto politico di protesta); altri tiri da lontano mettono sulla graticola Zoff nella finalina (Nelinho e Dirceu); alla festa argentina, un riconoscimento per i grandi giocatori forniti al calcio mondiale da un Paese talora saccheggiato dai competitori, mancano la promessa Maradona, di lì a poco trascinatore al successo nella manifestazione iridata giovanile nipponica, e Carrascosa, terzino e leader del gruppo: prima del torneo sceglie di rinunciare alla maglia della Nazionale proprio per non essere correo di un successo della dittatura.