venerdì 21 marzo 2014

Memorie dell'Agorà - Il Mantova di Edmondo Fabbri

'Mantua me genuit' raccontava maestro Publio Virgilio Marone all'Alighieri.
Lo stesso potrebbero raccontare diversi protagonisti del pallone, sottolineando che lungo il Mincio hanno vissuto le prime esperienze sferiche, od hanno consolidato la carriera.
Oltre a quelli che ricorderemo nel proseguo del racconto ci sono Bianchi, Giagnoni (anche trecento presenze da giocatore) ed Hidegkuti (prototipo del centravanti arretrato nell'Ungheria di Puskas e nell'Mtk, vincitore colla Viola di una Coppa Coppe) tra gli allenatori e Schnellinger (via Roma, prima del Milan e del Messico), Sormani (Pele' bianco star del Santos) e Zoff (quattro stagioni da guardiano) tra i giocatori.

Per quasi mezzo secolo vestiti di azzurro, i giocatori adottano la divisa bianca con banda rossa ai tempi della sponsorizzazione anche anagrafica dell'Ozo, raffineria locale, a meta' Anni Cinquanta, per essere ripresa dalla presidenza Lori.

Ci sono quattro promozioni in cinque anni, Fabbri in panchina (sette anni il suo mandato) e poi Allodi (primo manager del calcio italiano, peraltro anche giocatore con Edmondo) nella stanza dei bottoni plasmano un collettivo di rendimento che verra' ricordato come il 'piccolo Brasile' per la sua leggera bellezza.
Giornate passate alla memoria: la vittoria a Siena che consentì l'aggancio ai toscani, poi sconfitti nello spareggio-promozione per la Serie B a Genova, la massima serie acquisita contro il Brescia e bagnata con un 1 a 1 in casa della Juventus di Charles e Sivori nella stagione '60-'61, la seconda promozione con Cade' nel '65-'66; in venticinquemila assistono alla papera di Sarti su conclusione dell'ex Di Giacomo, quando finisce l'epopea della Grande Inter e sta per finire la favola del piccolo Brasile..

Mantova ascesa della carriera, la corea discesa..
L'innocenza desli sponsor dell'epoca..
Ancora una stagione (la dodicesima ed ultima) di Serie A nel '71-'72 e la doppia retrocessione che inaugura un ventennio anonimo, nonostante buoni risultati di allenatori famosi come Boninsegna e Corso.

La B tanto agognata svanisce al cospetto di Chievo e Como, ma l'illecito amministrativo cancella addirittura ogni traccia di professionismo; grazie al titolo sportivo del 38 Porto si riparte dall'Eccellenza.

Una sequenza da Piccolo Brasile la ripropone il quadriennio-Di Carlo, metronomo del Vicenza di Guidolin, alla prima esperienza da allenatore dopo la primavera dei veneti: duplice promozione sino alla cadetteria ed un girone di andata da fuggitivi per poi cedere al Torino in una finale-promozione caratterizzata da molte reti e polemiche arbitrali.
Gli ultimi bagliori prima della retrocessione con Serena e del fallimento del '10 sono le tre vittorie interne colle tre promosse del campionato successivo: Juventus, Genoa, Napoli, in particolare per i torinesi (1 a 0) e' il primo semaforo rosso nelle Serie B.


Rinascono ambizioni colla presidenza Lodi dopo l'immediata risalita dai dilettanti, ma e' storia di oggi...

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